Moscato di Scanzo

La DOCG più piccola d'Italia: il moscato di Scanzorosciate

Moscato di Scanzo:
il vino da meditazione

Il Moscato di Scanzo è un vino e non propriamente una destinazione.

Si produce nel comune di Scanzorosciate, in provincia di Bergamo, e va a costituire una tra le più piccole zone di produzione DOCG d’Italia, e l’unica bergamasca. Proprio per questo diventa una meta unica, da visitare.

 

Il paese, da poco più di 9000 cittadini, si trova tra le colline ai piedi delle alpi Orobiche e appena fuori da qui si estendono tutti i vigneti per la produzione del vino.
Una piccola cittadina che ha avuto diverse colonizzazioni, a partire dal 400 a.C. in poi. I Celti, i Romani e infine anche la Repubblica di Venezia hanno lasciato la loro impronta in questo territorio con infrastrutture, come gli acquedotti, o le abitazioni decorate con il famoso leone veneziano.

 

Parliamo di un vitigno moscato passito a bacca rossa che permette di produrre vini avvolgenti e inebrianti dal sapore morbido, vellutato e corposo. Viene vinificato in purezza, 100% uva moscato.

Le uve vengono raccolte manualmente e selezionate da mani esperte; appassite su graticci per far evaporare l’acqua e concentrare tutti gli zuccheri. Infine vengono vinificate in modo da valorizzare lo zucchero e creare un vino dolce da meditazione con leggero retrogusto di mandorla.

Si può percepire la prugna, la rosa canina, la salvia e sottobosco: note che raccontano un paesaggio. Già da giovane presenta note terziarie come tabacco e cioccolato che aumentano e si evolvono con l’invecchiamento.

 

Sul marchio del Consorzio, nato nel 1982 sono presenti due volti: Simone da Scanzo e Alberico da Rosciate, da cui il territorio prende il nome.


Questo vino è un prodotto così importante che annualmente si organizza, nel mese di settembre, La festa del Moscato di Scanzo, in cui le aziende agricole si organizzano in stand per avvicinare i visitatori al prodotto con racconti e degustazioni.

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